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Get Me! doveva essere la mia prima applicazione pubblicata su App Store ma per diversi motivi il suo rilascio venne ritardato. L’idea era quella di fornire uno strumento per condividere in maniera semplice la propria posizione, ormai quasi tutti i dispositivi hanno a bordo un GPS ma quasi nessuno sa interpretare le coordinate fornite… Quei dati, inviati ad un altro dispositivo e disegnati su una mappa avrebbero reso il tutto immediato.

L’opportunità

Onestamente devo ammettere che l’idea non è stata proprio mia… Emanuele, un mio collega ed amico, aveva ricevuto un Nokia Lumia e con esso gli era stato “regalato” anche un anno di programma sviluppo a patto che sviluppasse qualcosa. L’occasione non era male, a me piace imbarcarmi in queste avventure e provare un nuovo telefono, con un nuovo sistema operativo e testarne un po’ l’interazione con quello che già si conosce non può che far bene.

Pensammo a quale poteva essere l’applicazione giusta:

Deve essere semplice da usare, l’interazione non deve disincentivare gli utenti e il tempo di sviluppo deve essere relativamente breve.

Io avrei sviluppato l’applicazione iOS e lui quella Windows Phone. Subito ci scontrammo con le prime avversità: alcune idee iniziali vennero scartate poiché il sistema operativo di Redmond era ancora un po’ acerbo e non aveva gli strumenti giusti per sviluppare in tempi brevi tali funzionalità. Poco male… l’idea era quello di mantenere tutto il più semplice possibile quindi forse quelle idee non erano quelle giuste.

I giganti della Silicon Valley

Sembra incredibile ma all’interno di Get Me! ognuno dei tre colossi informatici interagisce con l’altro… Di Microsoft ed Apple si è già parlato, mancava Google. La casa di Mountain View entrò in gioco non tanto per il suo sistema operativo mobile: Android, per cui Get Me! non è disponibile, quanto più per il suo apporto lato server. Sì, perché nella nostra idea gli smartphone avrebbero svolto il vero e proprio ruolo di “terminali” generando e visualizzando i dati, dall’altra parte serviva qualcosa che coordinasse questo scambio di informazioni! Emanuele, sempre attento alle novità del settore, subito propose Google App Engine: una piattaforma di cloud computing hostata direttamente da Google! È gratuita, ci si può sviluppare in maniera semplice e non presentava limitazioni che avrebbero ostacolato il nostro progetto.

Diverse versioni

Interazione tra i tre colossi informatici

Dalla carta allo schermo

Così iniziammo lo sviluppo! Tra alti e bassi, interruzioni (ricordo che nel frattempo rilasciai Codici Operativi) e vacanze, lavorando sempre e solo nel mio tempo libero penso che ci misi circa 50/60 giorni dopodiché, il primo agosto, prima di partire per il mare inviai la prima release ad Apple. Tempo zero e mi tornò indietro una bella bocciatura! I revisori avevano notato che nella descrizione su App Store non avevo incluso l’avvertimento:

L’utilizzo continuo del GPS in background può ridurre considerevolmente la durata della batteria.

Come invece dicevano di fare le linee guida Apple. Sinceramente, nel marasma di documentazione Apple, non mi ero nemmeno accorto che ci fosse questa clausola però per colpa di questa dimenticanza dovetti modificare tale descrizione ed aspettare nuovamente che la macchina di approvazione si rimettesse in moto. Nonostante questo piccolo contrattempo l’applicazione sbarcò su App Store per metà agosto ed il giorno del rilascio fui subito in grado di utilizzarla per una gita in barca! Da terra chi non aveva preso parte all’escursione riuscì a seguire i nostri spostamenti senza problemi… Sono piccole cose ma fanno sempre piacere!